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Água nas guelras

Marco SchiavonPortogallo - 202124 min

Il film è disponibile dal 13 marzo al 29 aprile 2023

Suggerito per: tutte le classi
Lingua: Portoghese con sottotitoli italiano
Tematiche proposte: Scelte ecosostenibili - Vita nella natura - L’ambiente marino, il silenzio

Sinossi

Nei primi anni ’90 un ragazzo di 12 anni si trasferì da una grande città tedesca a Faial, una piccola isola sperduta nell’Oceano Atlantico. Qui il mare scandisce il ritmo dei giorni, la natura vive nel profondo di ogni abitante, il tempo scorre come sospeso. Franz trattiene il respiro in apnea immergendosi in profondità. Immerso nel blu, il suo tempo interiore si dilata e la sua anima si meraviglia. Questo rituale lo porta a trovare una profonda connessione con l’isola e, una volta cresciuto, alla decisione di rimanere e vivere una vita di semplicità ancestrale. La casa è in queste profondità.

Biografia

Marco Schiavon nasce a Treviso nel 1993. Consegue la laurea in Economia presso l’Università di Bologna, dove contemporaneamente studia fotografia. Nel 2016 si trasferisce in Portogallo dove inizia i suoi studi in Documentary Cinema. Fa studi specifici in DoP, Scrittura e Editing per poi completare la sua formazione presso l’Instituto de Produção Cultural e Imagem di Porto.
Nel 2018, il suo primo cortometraggio WATER IN THE GILLS viene selezionato per la sessione PERSO LAB al PerSo – Perugia Social Film Festival e girato nelle Isole Azzorre.
Nel frattempo, inizia a lavorare al suo prossimo film, BRATSTVO – THE BROTHERHOOD, il suo primo lungometraggio documentario, ora in sviluppo. Per questo progetto vince il concorso Fuorirotta 2018.
Nel 2019, è scelto per la regia insieme ad altri 5 registi di UNA VITA IN PIÚ, un documentario collettivo prodotto da Fondazione La Città del Sole Onlus, in collaborazione con PerSo – Perugia Social Film Festival, con il sostegno di MIBACT e SIAE, con la direzione artistica del regista Giovanni Piperno e lo sceneggiatore Stefano Rulli.
Nel 2020 collabora con il regista e produttore portoghese Rui Pedro Lamy nella serie di documentari ATRÁS DOS TEMPOS, prodotti da RTP.

Approfondimento

Io qui sto bene perché c’è tutto quello di cui ho bisogno. In questa frase, in coda al monologo del protagonista, sta tutto il senso del film.
Il mare. La piccola comunità dell’isola. I suoi valori ancestrali. La semplicità della vita. La felicità.
Non farsi prendere dalla rete, come molti che per completare gli studi, o per conoscere altri luoghi nel mondo, se ne vanno dall’isola e finiscono per non tornare più perché sono diventati altro.
Niente è più aperto di un’isola: tutte le strade del mare che la circonda sono percorribili e l’isola è come un crocevia. Nulla è più chiuso di un’isola: il mare può separarla irrimediabilmente dal continente, circoscrivere gli spazi dell’esperienza di chi ci vive. Soprattutto se questa esperienza è vissuta in simbiosi con l’elemento naturale.
Il protagonista non è nato nell’isola, e la scelta di andarci non è stata sua. E’ stata una scelta consapevole dei genitori, stanchi della realtà caotica e insensata della città. Per molti quel sostanziale cambio di passo che avveniva in un’età critica, avrebbe rappresentato un trauma, per lui no. L’adattamento alla nuova realtà va di pari passo con la scoperta dell’estrema libertà che gli garantisce il vivere un intenso rapporto col mare. La sua decisione di rimanere sull’isola e costruire lì la sua famiglia ripropone il problema della scelta, che unilateralmente è per sé e per gli altri.